Pericolosi labirinti del controllo: perdersi nei propri rituali

doc psicologa psicoterapia pescaraMarta è una ragazza che frequenta le scuole superiori, ogni volta che deve affrontare una prova vuole indossare la stessa maglia verde, perché solo così pensa di poter prendere un buon voto; Pietro è un signore di mezza età che deve svolgere particolari rituali magici per un numero preciso di volte affinché tutto vada bene a sé e alla sua famiglia; Sandra è una signora che ha il terrore di essere contaminata dallo sporco ed è diventata schiava di complicati rituali di pulizia che è costretta a svolgere e nei quali coinvolge anche il marito e i suoi figli; Cristiana invece è impegnata a ripetere nella sua mente delle formule ritualizzate perché pensa che la proteggano da qualcosa di grave che altrimenti potrebbe accaderle.
Secondo voi che cosa accomuna queste persone?
Notiamo intanto come tutte loro abbiano bisogno di sentirsi rassicurate rispetto a qualcosa e come abbiano creato delle formule o dei rituali per proteggersi da qualche evento negativo che potrebbe accadere, che è accaduto o, al contrario, per propiziare che qualcosa possa andare per il verso giusto.
I rituali, le modalità di svolgimento, il numero di ripetizioni e/o la loro durata variano da persona a persona poiché ognuno ha i suoi personali rituali, quelli che in psicoterapia vengono definiti compulsioni. Le compulsioni possono essere delle azioni da eseguire che possono avere una componente magica, oppure ne hanno una razionale, come nel caso dei controlli, dell’ordine e della pulizia. Ma le compulsioni possono anche essere semplicemente pensate: sono delle parole o delle preghiere che vengono ripetute in una data sequenza o per un numero di volte ben preciso.
Chi si ritrova intrappolato in impegnativi e logoranti rituali, ha la convinzione che essi siano non solo utili, ma indispensabili, per sé o per le persone care. In più, quando il rituale fallisce, si pensa di non averlo eseguito sufficientemente a lungo, così al posto di mettere in dubbio le proprie certezze, ci si sente spinti ad aumentare il tempo o il numero dei rituali stessi, convinti di non aver fatto ancora abbastanza.
I rituali sono subdoli e per molti anni le persone che sviluppano un disturbo di tipo ossessivo compulsivo possono assecondarli e rimanere abbagliate e imbrigliate nella loro apparente capacità di rassicurare. Purtroppo sono solo delle trappole che la mente costruisce quando ha bisogno di certezze…
In genere, chi arriva a chiedere aiuto ad un esperto comprende che il suo stesso bisogno di controllo lo sta rendendo prigioniero, proprio come chi vorrebbe uscire da un labirinto che egli stesso ha costruito talmente bene da non riuscire più a trovare la via d’uscita.
La psicoterapia può dare degli ottimi risultati se vengono utilizzati strumenti e strategie calzanti a questo tipo di problema, per questo è importante affidarsi a chi ha reale esperienza in materia grazie ad anni di ricerche sul campo e di applicazione nella pratica clinica.

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